domenica 1 febbraio 2009

Claraluna e Mariasole (1)

Dedicato a mia madre
che nel giorno del mio compleanno ha saputo donarmi la guarigione da una vecchia ferita interiore,
proprio quando il buio pensiero della non-accettazione tornava nuovamente a tarparmi le ali.



Con Amore incondizionato
Enza



Il Ponte Degli Incontri


_ Eva...? Eva, sei in casa? ...Eva?
Teresa non ricevette risposta e ormai entrata in casa, cominciò a cercare sua madre continuando a chiamarla per nome. Il fatto di chiamarla col suo nome di battesimo era nato qualche mese prima, quando decise che avrebbe voluto conoscerla meglio come persona, come donna. La donna che l'aveva messa al mondo e l'aveva cresciuta assieme a tutti gli altri suoi tanti fratelli. La donna che fino a poco tempo prima aveva conosciuta soltanto nel ruolo di madre.
Ora che anche lei era finalmente diventata donna e specialmente (se non soprattutto) genitore di se stessa, pensava sinceramente che sarebbe stato piacevole, interessante e saggio coltivare un'Amicizia con sua madre.
Si, si, proprio così. Conoscere sua madre come persona... le era venuta proprio una gran bella idea!
_ Eva, ci sei? ... e se ci sei, dove sei? _ Disse quasi canticchiando.
Ma dove si sarà cacciata? Ho girato per tutta la casa ormai, compresa la corte! Dunque... la sua macchina è qui, la bicicletta pure... la porta l'ho trovata aperta... Boh! dev'essere per forza nei paraggi... Si, ma dove sarà!? pensò poi quasi con preoccupazione, e ben lungi dall'idea che  sua madre stesse giocando con lei a nascondino.
Ma d'altra parte Eva sapeva bene che quando sua figlia entrava in casa chiamandola per nome, era perché voleva fare quattro chiacchiere "tra amiche" e certamente non per farle una visita di rito.
Anche lei era d'accoro nel coltivare un rapporto amichevole con Teresa, visto che il rapporto madre-figlia si era concluso durante gli anni in cui vissero separate. Infatti Teresa lasciò il nido già qualche anno prima, per andare a vivere per conto suo.
"Ho bisogno della mia indipendenza" le disse quando la mise a conoscenza del suo desiderio di andare a vivere al di fuori del nucleo familiare.
Ora, stimolata da quel nuovo rapporto nato dalla distanza, un rapporto di Amicizia vera conquistato con non poca fatica, e molto più probabilmente anche perché era nella natura di Eva essere gioconda, ogni tanto le veniva l'idea di farle qualche scherzetto ...come non rispondere alle sue chiamate continue, ad esempio!
Si stava divertendo a vederla gironzolare per le stanze di casa alla sua ricerca e, ridendo in silenzio della buffa scena, nascosta dietro il muro della cucina per non farsi trovare subito, perseverò nel suo gioco finché non sentì i passi di Teresa allontanarsi verso l'uscita.
Teresa era ormai tornata alla porta d'ingresso, eppure la chiamò ancora una volta prima di andarsene. Ma non ricevendo alcuna risposta pensò che le avrebbe lasciato un messaggio scritto, e fu proprio quando cominciò a cercare carta e penna che sentì una fragorosa risata liberatoria provenire dalla cucina.
In quel momento fu colta di sorpresa, e tuttavia le venne in mente di averci guardato solo frettolosamente in quel vano, quindi, con mossa repentina si affacciò dall'uscio come per voler dare soltanto un'altra breve sbirciatina. E finalmente la vide.
Sua madre era intenta nella preparazione di un ciambellone, ma Teresa ora vedeva specialmente le sue spalle andare su e giù, scosse dalle risate che aveva trattenuto così lungo.
_ Aho'... ma sei qui!... come ho fatto a non vederti?!? ... e perché non mi hai risposto? Ho girato dappertutto... _ riprese a dire, ma contagiata dall'ilarità di Eva smise di farfugliare e cominciò allegramente a partecipare anche lei a quel miracolo.
Quanto tempo era che non la sentiva ridere così? Di certo non poco. E la testimonianza di ciò erano due rughe all'ingiù ai lati della sua bocca, che sembravano scolpire il suo viso in una espressione sofferente, rassegnata, triste.
Eva era una donna forte, con un alto grado di sopportazione riguardo il dolore fisico ed emozionale, ed era con la sua enorme pazienza che aveva raggiunto quel grado di sopportazione.
La pazienza si era rivelata la compagna più adatta al raggiungimento di quella qualità che la faceva "vivere meglio".
Ma da quando Rima, la sua prima figlia, dovette abbandonare questa terra a causa di un incidente, quel suo "equilibrio" cominciò a vacillare e il dolore superò di gran lunga quella soglia conquistata a gran fatica.
Shock!
Per una madre è sempre un grande shock ritrovarsi a sopravvivere ad una figlia.