sabato 1 gennaio 2011

Sanità e Santità (1)

(libro in fase di creazione e dunque soggetto a variazioni ed ampliamenti)
Questo è un racconto che parte dall'inizio del mio percorso sanitario e psico-fisico, e prosegue con le nuove conoscenze acquisite riguardo i metodi di cura, oltre al cambiamento psicologico con cui oggi affronto questo "problema"dai risvolti bio-logici sensati.(N.B.: metterò per esteso soltanto il nome di quei medici che secondo mevale la pena d'incontrare)





Prefazione


Con questo libro voglio farvi conoscere l’esperienza che sto vivendo nel mondo della sanità e (quasi di riflesso) anche nel mondo della santità, durante un periodo “tosto” della mia vita che ormai dura già da dieci anni. Quindi, oltre ad essere un racconto cronologico che parte dall'inizio del mio percorso sanitario, è pure un viaggio che spazia tra le nuove conoscenze acquisite riguardo i metodi di cura e il mio inevitabile cambiamento relativo all’approccio con cui ho affrontato e affronto questa “malattia dai risvolti bio-logici sensati”.
Premetto che non ho deciso di scriverne soltanto per diletto, ma anche per trasmettere alcune informazioni (che ritengo importanti) ad altre persone che stanno combattendo la loro battaglia contro il cancro, pertanto, spero che la mia storia possa tornare utile in qualche modo.
So bene che in certe situazioni si cercano confronti, suggerimenti, imput vari che provengono da ogni parte (...) così, mentre qualcuno cerca di parlarne per esorcizzare la paura (ma il difficile è spesso trovare chi è disposto ad ascoltare!), qualcun altro cerca invece solo di ascoltare perché magari ha soltanto voglia di tacere e chiudersi in se stesso.
Oddio, c’è pure chi ne fa una “questione di stato” e spinge a destra e a manca pur di sentirsi protagonista più degli altri, eh!? Eh si, purtroppo succede anche questo, ma a mio avviso è come passare sui corpi di quegli altri che si trovano nella stessa folla, ma caduti in terra durante un fuggi fuggi generale! Però il fatto che questo genere di esperienza sconvolge in toto la vita di chi è costretto a viverla, non giustifica (a parer mio) determinati comportamenti. Comunque, si può dire che generalmente le reazioni principali sono due: c’è chi non s’arrende e lotta allargando i propri orizzonti (anche verso la Fede), e c’è chi si lascia andare completamente, affidandosi soltanto nelle mani della scienza (praticata da medici più o meno coscienziosi).

Sanità e Santità: trova le differenze

Secondo me è solo in apparenza che la sanità e la santità si occupano di campi molto diversi fra loro (l’una rientra nell’ambito materiale mentre l’altra rientra nell’ambito spirituale), perciò trovo che questi due ambiti siano complementari in un certo qual modo, anche se sono convinta che sia più la sanità a non poter fare a meno della santità:

dove c’è una malattia a spaventare
c’è sempre un Dio a consolare...

Tra la parola sanità e la parola santità c’è solo una lettera a farne la differenza grafica: la T

T come Tutto

Sembra proprio una una piccola differenza, eppure (come ben sappiamo) questi due vocaboli esprimono significati letteralmente opposti:

la Sanità si prende cura della salute fisica,
la Santità si prende cura dell’anima.

Ma quanto è vero però, che se l’anima soffre non c’è medicina che tenga a procurarne la guarigione?
Non c’è medicina e neanche medico che tenga... A meno che non si tratti di un medico toccato dalla Santità, di un medico con una marcia in più insomma!
Ed ecco perché che ho voluto trovare un comun denominatore tra questi due diversi modi di curare:

Missione

In effetti penso che la professione medica sia innanzitutto una missione (probabilmente sarò rimasta impressionata dal giuramento d’Ippocrate ma la vedo proprio così! una missione umanitaria), eppoi in secondo luogo riesco a considerarla un lavoro.
La parola santità invece esprime “missione” di per sé, visto che è quello stato di grazia, quel dono speciale che “tocca” e rende un essere umano in grado di prendersi cura specialmente della guarigione dello spirito. Ma ribadisco: secondo me è con l’applicazione di entrambe che un medico potrà riuscire ad ottenere la completa guarigione di un ammalato! E la frase “sei guarito” risulterà tale nel suo vero significato, solo quando la malattia fisica sarà stata debellata e l’anima sarà stata affrancata dalla pena. Contemporaneamente.
Sì certo, sono consapevole eccome che non esistono al mondo molte persone del calibro di Giuseppe Moscati, Madre Teresa di Calcutta, Giuseppe Di Bella (per citarne solo alcuni tra i più famosi), ma d’altra parte la Santità non pervade mica tutti! Se così fosse ci sarebbe il Paradiso in Terra e magari non ci sarebbero neanche più malattie così temibili e devastanti.

Ecco! ora che a grandi linee ho spiegato qual è stato il motivo principale che mi ha portata a raccontare il viaggio che ho intrapreso in parallelo fra la buona e la mala sanità, e tra la mia Fiducia ritrovata e la santità (anche quella di quei pochi medici ai quali ho visto usare un braccio di coscienza e un dito di esperienza!), direi che possiamo cominciare il viaggio...




Le cose vanno sempre come devono andare


Tutto è cominciato un anno prima della morte di
Papa Giovanni Paolo II
Tutto è proseguito con l’aiuto della Fiducia ritrovata

Dopo aver accettato il pressante consiglio di ricoverarmi immediatamente (per la terza volta in un anno), non sapevo ancora che da quel momento in poi avrei riposto la mia totale Fiducia solo in Abba. E non sapevo ancora che ad un certo punto avrei ascoltato e seguito solo i Suoi consigli, per riuscire a tener testa ad una serie di problematiche alle quali non volevo (e non dovevo) soccombere. E non sapevo che avrei cominciato a ri-trovare la Fiducia proprio per un impellente, enorme, disperato bisogno di parlare con l’unico essere in grado di potermi aiutare a gestire la mia sorte. E che avrei sentito così forte la Sua presenza, proprio in un frangente di vita tanto complicato cui ero stata chiamata a vivere in questa esistenza.
Non sapevo ancora che soltanto nelle Sue mani avrei scelto di mettere la mia vita, nonostante la frequentazione assidua che avevo con la sanità. E di fatto avrei compreso che non ci si può affidare esclusivamente e completamente nelle mani dei medici per la propria guarigione, perché, avrei imparato molto presto che ci vogliono almeno tre cose essenziali per guarire:
la fiducia,
le cure,
il pensiero positivo.

Certo, non è facile pensare positivo quando si viene travolti da situazioni così sconvolgenti, e specialmente se capita anche di venire bistrattati da medici lascivi o da infermiere sciattone, ma bisogna non lasciarsi intimorire!

Ah sì, scusate... dimenticavo una sciocchezzuola: praticamente da subito avrei capito che ci vuole pure un bel po’ di fattore “C” per cavarsela! Eh sì che c’è una gran bella differenza tra un microcitoma (un tipo di cancro a piccole cellule che avanza molto rapidamente) e un macrocitoma (questo è a grandi cellule ed è di gran lunga più lento).

Dunque, per quanto mi riguarda, lo sguardo allargato sugli orizzonti secondo me lo avevo, e inoltre, non credo di aver perso mai del tutto la Fede nel corso della mia vita, tuttavia la Fiducia non riuscivo proprio più a trovarla. Ma dov’era finita? Nella confusione tra il MIO credo e l’incoerenza dell’istituzione religiosa? Nell’incomprensione di un problema troppo grande per me? Oppure si era nascosta nella disperata non accettazione della malattia?
In effetti non avevo reagito subito con un classico: “come mai devo vivere questa esperienza?” o con un “cosa devo comprendere? qual è la lezione di vita che devo imparare?”
Eppure rientra nell’ordine del mio modo di pensare quello di collegare il male fisico al male psichico, della serie:
mal di gola = sintomo di rabbia repressa che non ci fa sentire in diritto di parlare a favore di noi stessi;
mal di orecchie = sintomo di non voler udire ciò che suscita rabbia (un litigio fra genitori o quant’altro...)
mal di schiena = sintomo di non sentirci sostenuti, appoggiati e approvati;
male ai polmoni = (per quanto riguarda il mio caso specifico) rappresentano la capacità di emettere/immettere vita attraverso il respiro, e un problema ai polmoni rivela la paura di ricevere (o la sensazione) di non avere il diritto di godere la vita pienamente...
Sì, i motivi ce li avevo per rispecchiarmi in questa spiegazione, ma ero convinta di averle superate quelle sensazioni. E invece ora scoprivo che comunque fosse, ormai il danno era fatto! Avevo passato troppi anni senza lottare per la mia vita, li avevo trascorsi con rassegnazione e paura, poi un bel giorno ribellandomi,ok, ma con troppa rabbia.
C’era una disarmonia di fondo che mi stavo trascinando ancora dietro, nonostante mi fossi liberata del problema materiale già da qualche anno. E mi stava presentando il conto.
Ora lo credo veramente che non ci fosse bisogno di provare tutta quella rabbia, ma questa era stata la mia reazione per tanti anni, e tali erano state le conseguenze di quella scelta inconsapevole.
Di solito è nel mio stile affrontare i problemi con un tipo di approccio analitico e anche spirituale, ma nel periodo della “resa dei conti” non era certo l’analisi della situazione che prediligevo. Perciò quando mi sono trovata di fronte al danno che le mie stesse reazioni emotive avevano causato al fisico, non mi stavo ponendo affatto quelle domande che invece mi avrebbero aiutata a capire. Ma spaventata com’ero mi “giustifico” da sola! Fatto sta, però, che durante questo buio tragitto sono riuscita quasi subito a ritrovare la Fiducia nel disegno divino (tutto ha uno scopo), grazie anche alla lettura del testamento di Giovanni Paolo II.

[Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà (cf. Mt 24, 42): queste parole mi ricordano l’ultima chiamata, che avverrà nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirLo e desidero che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento. Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus.]

L’esperienza che sto raccontando l’ho vissuta proprio durante il periodo della dipartita di Papa Karol (avvenuta il 2 aprile 2005).
L’atmosfera in ogni dove era davvero speciale perché l’avvenimento aveva toccato l’animo di tutti.
Il suo testamento mi era capitato “per caso” tra le mani durante il ricovero all’Ospedale di Albano, che tra l’altro ha il particolare nomignolo di Monachelle perché gestito anche dalle suore. Inoltre, sempre il “caso” ha voluto che io fossi alloggiata in una stanza situata proprio di fronte alla statua della Madonna col Bambino in braccio. Ai loro piedi, poggiato su un leggìo, il Libro aperto ...
I segnali per vivere questo momento particolare della mia vita mi sono stati chiari fin da subito. Mi mancava ancora una cosa per intraprendere il viaggio con più serenità: la Fiducia! Ma ci stavo lavorando, inconsapevolmente, passo dopo passo, giorno dopo giorno...

2 commenti:

Unknown ha detto...

senza parole

Simona ha detto...

Concordo con Emanuela....